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Vino&Scienza, Internet of Things, unica rivoluzione dopo fillossera

A Vinitaly, con Vite&Vino dell'Informatore Agrario, si è parlato di enologia di precisione



“Con l’Internet of Things siamo di fronte a una rivoluzione. Se la prima è stata con l’arrivo della fillossera, la seconda, dopo più di 100 anni, è quella del digitale. E questa volta nessuna parte della filiera ne è esclusa, dalla produzione al consumo, attraverso un sistema fortemente connesso e agevolato dalla diffusione degli smartphone”.

Lo ha detto il professor Attilio Scienza, professore di viticoltura ed Enologia all’Università di Milano, intervenendo al convegno “IoT in vigna e cantina”, organizzato dalle Edizioni L’Informatore Agrario e durante il quale è stata presentata “Vite&Vino”, la nuova rivista del gruppo.

“Con l’Internet delle Cose ci stiamo indirizzando verso l’enologia di precisione – ha dichiarato il professor Maurizio Ugliano dell’Università di Verona – che permetterà anche di ridurre l’impatto ambientale dell’intero processo produttivo del vino”.

Tre sono i livelli dell’IoT, secondo Francesco Marinello dell’Università di Padova: “Il primo livello concerne la capacità di identificare un oggetto, il secondo di metterlo in connessione con altri oggetti e il terzo che permette di analizzare e processare i dati ottenuti dal vigneto e dal satellite, per individuare la scelta agronomica statisticamente più sensata”.

Il processo non è senza ostacoli. “La viticoltura italiana ha una forte parcellizzazione dei vigneti e una classe agricola anziana, che raramente va d’accordo con le nuove tecnologie – ha affermato Scienza –. Dobbiamo dunque coinvolgere la cooperazione, che deve spingere verso questo cambiamento digitale e i contoterzisti, perché sono in grado di gestire le tecnologie complesse. Nei prossimi anni il prezzo medio del vino non aumenterà, per cui l’unica possibilità per i viticoltori è aumentare la produttività, ridurre i costi, rendere le aziende più efficienti, anche grazie all’Internet delle Cose”.

Grazie alla sua crescente capacità di raccogliere e rielaborare in maniera continua grandi quantità di dati, l’Iot si è infatti già inserito nel settore agricolo e vitivinicolo per ottimizzare la produzione su obiettivi specifici, per adeguare la coltivazione alle peculiarità delle vendemmie e per massimizzare le prestazioni agroeconomiche del vigneto a fronte delle osservazioni in campo.

In Francia, l’utilizzo dell’IoT per la mappatura del vigore vegetativo ha consentito di risparmiare dal 10 al 30% sui costi per la fertilizzazione (regione di Bordeaux) e migliorato l’efficienza nella selezione dei lotti, con l’attribuzione del rosé a quelli con maggior vigore, dei rossi corposi a quelli a vigore moderato, e dei rossi fruttati a quelli minore vigore vegetativo (zona Languedoc).

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