Il trascinante successo del Prosecco traccia la via alle bollicine di Franciacorta nel Regno Unito. E' quanto crede Silvano Brescianini vice presidente del Consorzio Franciacorta in una intervista rilasciata a The Drink Business.
Gli ultimi dati confermano il Regno Unito quale quinto mercato per importanza nelle esportazioni di Franciacorta, dopo Giappone, Svizzera, Usa e Germania. Lasciarsi sedurre dalla qualità ed
eleganza di una delle eccellenze nel panorama vitivinicolo internazionale non è difficile tanto da essere riconosciuto come uno dei più autorevoli ambasciatori del Made in Italy. Ma a velocizzare questo trend già positivo ci ha pensato un altra eccellenza campione di vendite chiamato Prosecco.
"Piuttosto che guardarlo come una minaccia", ha dichiarato Silvano Brescianini al magazine britannico durante un pranzo tenutosi al Massimo Restaurant di Londra questa settimana, " credo che sia stato proprio il successo del prosecco a spianare la strada per il Franciacorta nel Regno Unito."
"Non siamo affatto in concorrenza con il Prosecco. Anzi bisogna ammettere che il suo successo nel Regno Unito e nel mondo ha aperto la strada per noi, creando maggiore interesse verso spumanti al di fuori dell'universo Champagne. Le bollicine venete hanno conquistato milioni di consumatori e bisogna essere grati per questo."
Brescianini nell'intervista ha ammesso di non vedere altresì lo Champagne come un diretto concorrente per il Franciacorta e questo a causa anche della grande differenza nei volumi di produzione nelle due regioni.
"Non possiamo competere con lo Champagne perchè è una realtà troppo grande", ha detto Brescianini. "In Francia, nella Champagne, si producono circa 300 milioni di bottiglie all'anno, noi ne produciamo solo 17,5 milioni. Lo Champagne non può che essere nostro amico, dobbiamo lavorare insieme per promuovere la cultura dei vini spumanti tradizionali di fascia alta."
Brescianini prevede che se la domanda di Franciacorta dovrebbe improvvisamente impennarsi, la regione potrà aumentare la produzione per un massimo del 20% ma non di più visto i suoi confini territoriali.
Situata tra Brescia e Bergamo, la Franciacorta DOC è nata nel 1967 ed è cresciuta fino ad ospitare 117 produttori, 20 dei quali, i più grandi, costituiscono l'80% del vino della regione.
Circa l'80% delle uve coltivate in Franciacorta sono Chardonnay, il 15% di Pinot Nero e solo il 5% di Pinot Bianco, "fruttato ma difficile da coltivare", secondo Brescianini.
La maggior parte del Franciacorta prodotto (circa l'85%) viene venduto in Italia, con Giappone, Stati Uniti, Germania e Svizzera i suoi principali mercati di esportazione.
Il Franciacorta tende ad essere più basso in zucchero residuo rispetto a quello dello Champagne, questo è dovuto al fatto che le uve maturano di più per una maggiore esposizione al sole, il che significa meno zucchero addizionale.
La regione è inoltre profondamente impegnata nella viticoltura biologica, il 70% dei vigneti è certificato biologico e con l'obiettivo di certificare l'intera regione entro il 2020.
"Essere organici è difficile, ma non siamo un campo da golf, quindi incoraggiamo la biodiversità e le piante che crescono tra le viti. Ma si può essere organici e lavorare male, la chiave è cercare di portare i vigneti in equilibrio con il terroir ", ha continuato Brescianini.
"Unico e rappresentativo della Franciacorta è poi lo stile "satèn, un blanc de blancs imbottigliato a una pressione più bassa e con un minimo di 24 mesi sulle sue fecce, questo a conferire la sua classica firma "satinata" che ricorda la morbidezza della seta."
Desiderosi di aumentare le liste di Franciacorta nel Regno Unito, Brescianini e il Consorzio guarderanno con attenzione a ristoranti e commercianti indipendenti che si prestano meglio a rappresentarne l'insieme delle qualità.
Con la progressiva maturazione del mercato, Brescianini fa notare che sarà necessario portare in produzione uno spumante di livello qualitativo superiore all'interno del Franciacorta che possa competere con le prestigiose cuvée di Champagne. Come sta già facendo la griffe Ca' del Bosco, ad esempio, con il suo spumante top invecchiato 80 mesi prima di essere commercializzato.
eleganza di una delle eccellenze nel panorama vitivinicolo internazionale non è difficile tanto da essere riconosciuto come uno dei più autorevoli ambasciatori del Made in Italy. Ma a velocizzare questo trend già positivo ci ha pensato un altra eccellenza campione di vendite chiamato Prosecco.
"Piuttosto che guardarlo come una minaccia", ha dichiarato Silvano Brescianini al magazine britannico durante un pranzo tenutosi al Massimo Restaurant di Londra questa settimana, " credo che sia stato proprio il successo del prosecco a spianare la strada per il Franciacorta nel Regno Unito."
"Non siamo affatto in concorrenza con il Prosecco. Anzi bisogna ammettere che il suo successo nel Regno Unito e nel mondo ha aperto la strada per noi, creando maggiore interesse verso spumanti al di fuori dell'universo Champagne. Le bollicine venete hanno conquistato milioni di consumatori e bisogna essere grati per questo."
Brescianini nell'intervista ha ammesso di non vedere altresì lo Champagne come un diretto concorrente per il Franciacorta e questo a causa anche della grande differenza nei volumi di produzione nelle due regioni.
"Non possiamo competere con lo Champagne perchè è una realtà troppo grande", ha detto Brescianini. "In Francia, nella Champagne, si producono circa 300 milioni di bottiglie all'anno, noi ne produciamo solo 17,5 milioni. Lo Champagne non può che essere nostro amico, dobbiamo lavorare insieme per promuovere la cultura dei vini spumanti tradizionali di fascia alta."
Brescianini prevede che se la domanda di Franciacorta dovrebbe improvvisamente impennarsi, la regione potrà aumentare la produzione per un massimo del 20% ma non di più visto i suoi confini territoriali.
Situata tra Brescia e Bergamo, la Franciacorta DOC è nata nel 1967 ed è cresciuta fino ad ospitare 117 produttori, 20 dei quali, i più grandi, costituiscono l'80% del vino della regione.
Circa l'80% delle uve coltivate in Franciacorta sono Chardonnay, il 15% di Pinot Nero e solo il 5% di Pinot Bianco, "fruttato ma difficile da coltivare", secondo Brescianini.
La maggior parte del Franciacorta prodotto (circa l'85%) viene venduto in Italia, con Giappone, Stati Uniti, Germania e Svizzera i suoi principali mercati di esportazione.
Il Franciacorta tende ad essere più basso in zucchero residuo rispetto a quello dello Champagne, questo è dovuto al fatto che le uve maturano di più per una maggiore esposizione al sole, il che significa meno zucchero addizionale.
La regione è inoltre profondamente impegnata nella viticoltura biologica, il 70% dei vigneti è certificato biologico e con l'obiettivo di certificare l'intera regione entro il 2020.
"Essere organici è difficile, ma non siamo un campo da golf, quindi incoraggiamo la biodiversità e le piante che crescono tra le viti. Ma si può essere organici e lavorare male, la chiave è cercare di portare i vigneti in equilibrio con il terroir ", ha continuato Brescianini.
"Unico e rappresentativo della Franciacorta è poi lo stile "satèn, un blanc de blancs imbottigliato a una pressione più bassa e con un minimo di 24 mesi sulle sue fecce, questo a conferire la sua classica firma "satinata" che ricorda la morbidezza della seta."
Desiderosi di aumentare le liste di Franciacorta nel Regno Unito, Brescianini e il Consorzio guarderanno con attenzione a ristoranti e commercianti indipendenti che si prestano meglio a rappresentarne l'insieme delle qualità.
Con la progressiva maturazione del mercato, Brescianini fa notare che sarà necessario portare in produzione uno spumante di livello qualitativo superiore all'interno del Franciacorta che possa competere con le prestigiose cuvée di Champagne. Come sta già facendo la griffe Ca' del Bosco, ad esempio, con il suo spumante top invecchiato 80 mesi prima di essere commercializzato.
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