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FORMAZIONE&RICERCA. A VINITALY FONDAZIONE BANFI PRESENTA "SANGUIS JOVIS" ALTA SCUOLA DEL SANGIOVESE

Il progetto del centro di ricerca e formazione Sanguis Jovis nasce dal desiderio di accrescere e diffondere la cultura del Sangiovese.

L'Alta Scuola del Sangiovese, il cui obiettivo è accrescere e diffondere la cultura di questo vitigno, contribuirà a dare a Montalcino un ulteriore, e innovativo, fattore di posizionamento distintivo nel mondo del vino, sia a livello internazionale che nazionale.

La Fondazione Banfi si è fatta promotrice del progetto Sanguis Jovis, un centro di ricerca e formazione di eccellenza sul Sangiovese. L'Alta Scuola del Sangiovese, il cui obiettivo è accrescere e diffondere la cultura di questo vitigno, contribuirà a dare a Montalcino un ulteriore, e innovativo, fattore di posizionamento distintivo nel mondo del vino, sia a livello internazionale che nazionale.

Presidente di Sanguis Jovis è il professor Attilio Scienza dell'Università di Milano, Direttore Scientifico il professor Alberto Mattiacci della Sapienza di Roma, entrambi membri del Comitato Scientifico della Fondazione Banfi.

Il programma del centro

Si svolge principalmente tramite tre linee di attività complementari che sono la ricerca scientifica, con l'ideazione e la conduzione di progetti sperimentali; l’alta formazione, con corsi e seminari finalizzati a formare una nuova cultura del vino, indirizzati sia a giovani neolaureati che a persone già impiegate nel settore; la comunicazione della conoscenza, attraverso materiali divulgativi.

Sanguis Jovis vuole porre particolare attenzione alle problematiche connesse all’impresa come espressione di creatività delle persone e delle comunità, all’investimento in capitale umano come elemento fondante lo sviluppo culturale ed economico dei popoli, alla domanda d’innovazione proveniente dal mondo della vitivinicoltura, dal mercato e dalla cultura scientifica e umanistica.

Le principali motivazioni alla base dell’idea strategica

a) superamento dell’anacronistica distinzione tra ricerca di base ed applicata, tra mondo della produzione e della distribuzione: necessità di ridurre il gap e le faglie all’interno del sistema vitivinicolo e della catena del valore aziendale;

b) interazione sempre più stretta e strutturale tra ricerca ed innovazione ed ampliamento progressivo del concetto stesso di innovazione (non solo tecnologica e di processo, ma anche distributiva, di marketing e - in genere - organizzativa). Siamo un Paese che spesso confonde la ricerca scientifica con l’innovazione, e sembra ignorare che è proprio la ricerca che produce le scoperte che cambiano il nostro futuro e fanno fare un salto in avanti alla scienza, grazie a quelle “tribù curiose dell’ignoto” che noi chiamiamo scienziati.

La vera ricerca è quella “curiosity driven”: è la ricerca non finalizzata, quella dei giovani che con la loro creatività sfidano paradigmi consolidati, spesso vivendo di stenti e senza troppi allori sociali.

Dobbiamo concentrare risorse adeguate su pochi “progetti alti”, che utilizzano tecnologie di frontiera e puntino al futuro, non solo al domani.

Linee-guida strategiche conseguenti alla mission

a) dotare la Toscana di un centro di eccellenza nell’organizzazione, diffusione e valorizzazione dell’innovazione tecnico-scientifica e gestionale, per contribuire a elevare il posizionamento competitivo del vino ilcinese in particolare e toscano in generale, sui mercati internazionali;

b) fornire a un’utenza qualificata (Università, Regione, Provincia, Camera di Commercio, Consorzio di Tutela, aziende vitivinicole, utenti privati, ecc.) un importante supporto in termini di strutture e servizi per la ricerca avanzata, assistenza tecnica specialistica alla produzione dell’uva e del vino;

c) fornire strutture e servizi organizzativi per la formazione universitaria specialistica in vitienologia, in collaborazione con le Università (laurea breve, laurea magistrale, master specialistici di I e II livello, scuole di dottorato, summer school, ecc.), e per la formazione permanente (corsi di aggiornamento, di qualificazione e specializzazione) per imprenditori agricoli e tecnici del settore;

d) mettere a disposizione strutture ed erogare servizi organizzativi e logistici per eventi nella comunicazione, ed in genere per iniziative innovative aventi un forte carattere di presentazione-diffusione dello specifico “sistema di valore” della vitivinicoltura (ed agroalimentare locale);

e) fornire una sede (locali per incontri, uffici, ecc.) per il wine cluster ilcinese.

Le ricadute e i benefici per il territorio ilcinese e toscano

L’obiettivo è quello di far accrescere il valore dei prodotti, in senso lato, lungo la filiera vino-territorio della Toscana. Un esempio eclatante del ruolo che può giocare un centro di ricerca e formazione di alto profilo in un ambito culturale, è rappresentato dall’Università di Bordeaux: non solo centro di eccellenza negli studi viti-vinicoli, ma punto di riferimento internazionale e testimonial nelle strategie di comunicazione e marketing di un vino dalle elevate caratteristiche di qualità; un esempio da perseguire per la valorizzazione di un territorio in tutte le sue valenze economiche.

Il primo beneficio atteso dunque, è un accreditamento di alto valore per il territorio in genere, percepito come autorevole centro di riferimento anche in “cross-selling” con altre direttrici strategiche e connesse attività operative (attività di promozione del Consorzio di tutela, eventi di alto livello nel campo dell’arte e dell’accoglienza, ecc.).

Per gli imprenditori, è l’opportunità di sviluppare una formazione di alto profilo, di disporre di un servizio di analisi, di ricerca e di informazioni puntuali e tempestive su tematiche tecniche e su mercati ed aree da monitorare periodicamente alla ricerca di eventuali opportunità emergenti.

Per i consumatori, la possibilità di disporre di servizi formativi ed elementi conoscitivi sui prodotti, sulle tecniche di produzione, sulle garanzie di qualità e salubrità dei prodotti stessi.

Per i visitatori, il beneficio risiede nella collocazione del Centro, sito in un territorio che - per la sua frequentazione da parte di un turismo qualificato- può diventare un luogo d’incontro con la cultura del vino attraverso la creazione di un museo interattivo, che su un percorso didattico illustrerà il cammino che una bacca d’uva percorre dal vigneto fino alla bottiglia.

Il visitatore italiano e straniero potrà attraversare virtualmente i luoghi della viticoltura Toscana - da quelli delle colline alle piccole isole, dalle zone dei vulcani a quelli del litorale marino: un viaggio scandito dalle immagini delle città d’arte e accompagnato dalle musiche del repertorio tradizionale italiano, dove le caratteristiche sensoriali dei vini saranno evocate da moderne tecniche olfattive personalizzate. Attraverso animazioni, inoltre, saranno evidenziati gli effetti benefici del vino sulla salute. Queste emozioni si potranno infine concretizzare in una serie di degustazioni tematiche, guidate da esperti dei vini legati a quei territori che rappresentano i paradigmi della viticoltura italiana.

Tra i molti esempi di questi luoghi di cultura e di rappresentazione del vino, si ricordano:

- Dinastia Vivano in Spagna

- Mondavi Family in California

- Citè de la Vigne et du Vin a Gruissan (Aude)

- Citè des Sciences de La Villette a Paris

Il progetto è stato ampiamente illustrato aVinitaly, nell’ambito di una conferenza stampa presso lo stand diCastello Banfi (Pad. 9/D6).

In questa occasione è stata presentata, inoltre, la prima edizione della Summer School Sanguis Jovis che si terrà presso OCRA Scuola Permanente dell’Abitare (Via Boldrini 4, Montalcino), dal 25 al 30 settembre 2017 e che avrà come tema: Sangiovese 4.0, innovazione scientifica e culturale per il Sangiovese nel mondo.

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