Passa ai contenuti principali

Vino&Archeologia. 3000 anni fa in Friuli Venezia Giulia si beveva già il vino

Nuova scoperta fatta nel villaggio protostorico Canale Anfora a Terzo di Aquileia nell’ambito di “Aquileia prima di Aquileia”, progetto in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio. 

La tazza che conteneva tracce di vino in una ricostruzione grafica
L’Università di Udine ha individuato una testimonianza risalente a oltre 3000 anni fa del consumo di vino in Friuli Venezia Giulia. È il più antico caso accertato di consumo della bevanda in regione e uno dei più antichi dell’Italia settentrionale.  

Il dato emerge dallo studio dei materiali rinvenuti dagli archeologi dell’Ateneo friulano nell’area dello scavo del villaggio protostorico dell’età del bronzo (1700-1300 a.C.) “Canale Anfora”, in località Ca’ Baredi, a Terzo di Aquileia (Udine).

La conferma è venuta dalle analisi di alcuni campioni ceramici che hanno consentito di riscontrare residui della bevanda in una tazza abbandonata, insieme a vari contenitori della mensa, ai margini di un focolare databile tra XIV e XIII sec a.C. (fine Bronzo medio, inizio Bronzo recente).

Le analisi chimiche e cromatografiche, condotte da Alessandra Pecci dell’Università di Barcellona, hanno permesso di individuare i vari tipi di residui organici che impregnano le pareti dei vasi usati per la manipolazione, la cottura e il consumo di cibi e bevande.

«Se un tempo – spiega la direttrice scientifica degli scavi a Ca’ Baredi, Elisabetta Borgna – si riteneva che il vino fosse arrivato insieme alla pratica del banchetto nella fase dei contatti tra Greci ed Etruschi nei primi secoli del I millennio a.C., oggi sappiamo che furono verosimilmente i Micenei durante l’età del bronzo, nella seconda metà del II millennio a.C., a far conoscere la coltivazione della vite e dell’olivo alle comunità italiane dell’Italia meridionale, da dove le conoscenze si sarebbero diffuse verso il Nord». Nell’opinione condivisa dagli studiosi, infatti, il vino fu introdotto nel Mediterraneo centrale e in Italia dalle genti provenienti dall’Egeo.

«La scoperta di Ca’ Baredi – sottolinea Borgna –, già di per sé di grande valore, rappresenta un tassello importantissimo nel quadro dei rapporti a lunga distanza tra regioni mediterranee e nord-adriatiche ben prima dell’arrivo dei Romani nel II sec. a.C.».

La missione archeologica nel sito protostorico di Canale Anfora rientrano nel progetto “Aquileia prima di Aquileia” condotto dall’Ateneo friulano in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. La direzione scientifica del progetto, promosso dal dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università, è di Elisabetta Borgna, il coordinamento di Susi Corazza, responsabile del Laboratorio di Preistoria e Protostoria dell’Ateneo.

Le ricerche a Canale Anfora

Le indagini archeologiche dell’Università di Udine a Ca’ Baredi, effettuate nel 2013 e 2015, hanno consentito di far luce sull’antico abitato al margine della laguna, posto su un dosso formato da un antico alveo del fiume Torre. Un’area che già durante l’età del bronzo doveva essere stata sfruttata intensivamente per le pratiche agricole. A testimoniarlo sono le cospicue tracce di grandi contenitori destinati alla conservazione e i risultati delle analisi dei macroresti vegetali, che tuttavia avevano finora documentato tra le specie coltivate solo cereali e alberi da frutto. Di particolare rilievo è stata la scoperta di un gran numero di strutture di focolari e forni che, concentrati in spazi selezionati dell’abitato, sembrano riferibili a pratiche domestiche di cottura e preparazione. Attività svolte in contesti comunitari, con ogni probabilità in occasione di eventi festivi e ricorrenze di interesse dell’intera comunità e degli abitanti del territorio circostante.

Ca’ Baredi antesignana di Aquileia?

Ora, alla luce della nuova scoperta, gli studiosi dell’Ateneo friulano proseguiranno l’indagine archeologica dell’abitato di Canale Anfora. Infatti, futuri ritrovamenti e analisi potrebbero chiarire se i contatti tra genti di provenienza mediterranea e siti costieri dell'alto Adriatico, possano aver favorito una prima selezione dei vitigni finalizzata all’ingentilimento delle uve selvatiche locali che, come sappiamo dai ritrovamenti effettuati nel sito di Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli), erano presenti in Friuli Venezia Giulia fin dal Neolitico. «La vocazione di Aquileia romana alla produzione, commercializzazione e consumo di vino – sottolinea Corazza –, tramandata dalle fonti antiche, potrebbe così trovare le sue radici proprio a Ca' Baredi».

Fonte: Università di Udine

Commenti

Post popolari in questo blog

Festival delle Scienze di Roma 2023 - Immaginari

Dal 18 al 23 aprile 2023 il Festival delle Scienze di Roma torna all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” con la sua XVIII edizione. Incontri, conferenze, laboratori. Dal 18 - 23 aprile 2023. IMMAGINARI è il tema di questa edizione dedicata all’immaginazione, uno degli strumenti più potenti che ci permette di concepire opere d'arte, nuove tecnologie e ci consente di trovare soluzioni a problemi quotidiani. La scienza non sarebbe la stessa se non avessimo come alleata l’immaginazione per avviare ricerche e formulare ipotesi, interpretare dati e perseguire risultati migliori. Ed è dalle interazioni delle immaginazioni individuali che emergono gli immaginari condivisi che influenzano il modo in cui organizziamo le società. Oggi più che mai abbiamo bisogno di coltivare questi immaginari, per ripensare il presente e, soprattutto, plasmare possibili futuri. Da mercoledì 19 a sabato 22 aprile quattro incontri anche presso le Biblioteche di Roma, QUI IL PROGRAMMA . Prodotto dall

Lotta agli insetti alieni, Lycorma delicatula: un nuovo flagello della viticoltura mondiale. Uno studio indaga su comportamento e dispersione nell'ambiente

Uno nuovo studio statunitense per contrastare l'avanzata di un nascente insetto alieno candidato a diventare il nuovo flagello della viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella ma che a differenza di questa provoca danni consistenti ai vigneti. La Lanterna macchiata, così come viene chiamata dagli agricoltori, si è diffusa per la prima volta in Corea anche se originaria della Cina e ha già raggiunto, infestandoli, i vigneti della Pennsylvania. La lotta agli insetti alieni non permette soste, la ricerca si sta muovendo velocemente nel contrastare un nuovo flagello destinato a mettere sotto scacco la viticoltura mondiale. Si tratta della Lycorma delicatula, un insetto dall'aspetto simile alla coccinella, gli agricoltori la chiamano Lanterna macchiata, in inglese Spotted Lanternfly. Si è diffusa per la prima volta in Corea anche se è originaria della Cina. Nel 2014 ha raggiunto i vigneti della contea di Berks, in Pen

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece