Il CREA sarà presente alla COP 22 sul clima, in corso a Marrakech fino al 19 novembre, con la partecipazione al side event “Land degradation monitoring and assessment for climate change mitigation and adaptation. A synergistic approach to achieve the agenda 2030 goals: the italian experience”. L’evento, organizzato in collaborazione con CNR, Enea e Ispra, si svolgerà lunedì 14 novembre alle ore 10,30, all'interno del Padiglione Italia della COP 22 di Marrakech.
Il degrado del suolo ha impatti diretti e indiretti su clima, biodiversità e sulle condizioni di vita delle popolazioni. La prevenzione di questi fenomeni si basa su azioni di conservazione e sullo sviluppo di attività agricole, forestali e pastorali sostenibili. In questo quadro le attività di ricerca e di analisi delle politiche agricole e ambientali è centrale, sia a livello globale, che con specifico riferimento alla realtà italiana, con l’obiettivo generale di contribuire all’efficacia di politiche, piani e programmi.
Su questi aspetti il Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA ha partecipato nei mesi scorsi, in collaborazione con altre istituzioni di ricerca citate, ad una specifica attività di sperimentazione della metodologia per l’analisi della Land Degradation Neutrality e per affrontare un percorso che porti al raggiungimento del relativo target come definito nell’ambito dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. L’interesse del CREA consiste soprattutto nell’individuazione di pratiche agricole che consentano di minimizzare le emissioni di gas a effetto serra e, al contempo, di aumentare la cattura di carbonio nel terreno e sostenere la resilienza dei sistemi agricoli.
“L’esercizio teorico alla base del lavoro che andremo a presentare a discutere a Marrakech nell'ambito della COP 22 – sostiene Guido Bonati, dirigente tecnologo del CREA - è un primo esempio di studio del concetto di Land Degradation Neutrality in Italia. Intendiamo lavorare su questi aspetti anche nel corso dei prossimi anni, sia direttamente sul territorio italiano, sia all'estero. In questo quadro per il Centro di Politiche e Bioeconomia la cooperazione sinergica con altri centri del CREA è per noi uno stimolo costante e un fattore di arricchimento culturale”.
Il degrado del suolo ha impatti diretti e indiretti su clima, biodiversità e sulle condizioni di vita delle popolazioni. La prevenzione di questi fenomeni si basa su azioni di conservazione e sullo sviluppo di attività agricole, forestali e pastorali sostenibili. In questo quadro le attività di ricerca e di analisi delle politiche agricole e ambientali è centrale, sia a livello globale, che con specifico riferimento alla realtà italiana, con l’obiettivo generale di contribuire all’efficacia di politiche, piani e programmi.
Su questi aspetti il Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA ha partecipato nei mesi scorsi, in collaborazione con altre istituzioni di ricerca citate, ad una specifica attività di sperimentazione della metodologia per l’analisi della Land Degradation Neutrality e per affrontare un percorso che porti al raggiungimento del relativo target come definito nell’ambito dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. L’interesse del CREA consiste soprattutto nell’individuazione di pratiche agricole che consentano di minimizzare le emissioni di gas a effetto serra e, al contempo, di aumentare la cattura di carbonio nel terreno e sostenere la resilienza dei sistemi agricoli.
“L’esercizio teorico alla base del lavoro che andremo a presentare a discutere a Marrakech nell'ambito della COP 22 – sostiene Guido Bonati, dirigente tecnologo del CREA - è un primo esempio di studio del concetto di Land Degradation Neutrality in Italia. Intendiamo lavorare su questi aspetti anche nel corso dei prossimi anni, sia direttamente sul territorio italiano, sia all'estero. In questo quadro per il Centro di Politiche e Bioeconomia la cooperazione sinergica con altri centri del CREA è per noi uno stimolo costante e un fattore di arricchimento culturale”.
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