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Il Rapporto Ismea-Qualivita

Giornata Nazionale della Qualità Agroalimentare. Il Rapporto Ismea-Qualivita
Vino, formaggi e salumi certificati al top. Crescono Aceti Balsamici e ortofrutticoli, calano gli Oli di oliva. Ecco i numeri principali, declinati per settore del Rapporto Ismea-Qualivita presentato oggi

Presentato il Rapporto Qualivita / Ismea‏ Food e Wine driver economici dei distretti territoriali. Vola a +8% l’export DOP IGP che rappresenta il 21% delle esportazioni italiane di settore.Una quantità certificata pari a 1,47 milioni di tonnellate di prodotti Food e 23 milioni di ettolitri per il comparto Wine.

Complessivamente il valore alla produzione Food e Wine raggiunge i 13,4 miliardi di euro, per una crescita del +4% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare; il valore delle esportazioni è di 7,1 miliardi di euro, un incremento di oltre il +8% su base annua, per un peso del 21% sul totale dell’export agrolimentare italiano (anno produzione 2014). L’Italia rimane leader mondiale per numero certificazioni, con 805 prodotti iscritti nel registro UE, di cui 282 Food e 523 Wine (dati al 10.02.2016). Un sistema che garantisce qualità, sicurezza e trasparenza anche attraverso i 219 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 124 per i prodotti agroalimentari certificati e 95 per i vini DOP e IGP.

Continua a crescere il numero delle Indicazioni Geografiche nel mondo: nel corso del 2015 sono stati registrati 62 nuovi prodotti, di cui due Extra Europei, segnando un incremento per il comparto Food del +4,9% rispetto al 2014. Sul podio per maggior numero di prodotti registrati, si trova l’Italia al primo posto (+9 IG), seguita dalla “new entry” Croazia (+8 IG) e dal Portogallo (+8 IG). A questi dati si aggiungono le nuove registrazioni dal 1 gennaio al 10 febbraio 2016: una DOP e 7 IGP, per un totale di 1.319 IG Food nel mondo (1.300 UE + 19 Extra UE), che si affiancano alle 1.579 denominazioni Wine.

Oltre a detenere il primato per numero di nuove registrazioni nel corso del 2015 con 9 prodotti, l’Italia si conferma il Paese con maggior numero di prodotti DOP, IGP, STG al mondo: al 10 febbraio 2016 si contano nel nostro Paese 805 prodotti certificati, 282 Food e 523 Wine, suddivisi in 569 DOP, 234 IGP e 2 STG. Dietro di noi seguono Francia (658), Spagna (318), Grecia (250) e Portogallo (173). Approfondendo l’analisi a livello territoriale, le regioni con maggior numero di certificazioni sono il Veneto e la Toscana con 90 prodotti, il Piemonte con 81, la Lombardia con 77 e l’Emilia Romagna con 73.

Il valore complessivo alla produzione del sistema IG ammonta a 13,4 miliardi di euro, in crescita del +4% rispetto al 2013, e rappresenta una quota pari al 10% del fatturato totale dell’industria alimentare. In termini di export, il sistema IG raggiunge i 7,1 miliardi di euro, in forte crescita sull’anno precedente (+8,2%): costituisce un traino fondamentale per il made in Italy nel mondo, contribuendo per il 21% all’ammontare complessivo delle esportazioni agroalimentari nazionali.

L’analisi della distribuzione dei prodotti DOP IGP sul territorio nazionale offre un’informazione preziosa: non esiste un solo comune italiano “senza prodotti certificati”. Gli areali di produzione delle denominazioni nel loro complesso coinvolgono capillarmente tutto il Paese, con zone ad alta presenza di filiere agroalimentari di qualità ed altre con intensità minore. Ciò ha suggerito un’analisi sul valore economico legato alle filiere DOP IGP per relativo areale di produzione, per restituire un’immagine dell’impatto del sistema IG sui territori d’Italia. 

Per il comparto Food, ad esempio, la provincia di Parma risulta il distretto con il maggior ritorno in termini economici, grazie al discreto numero di filiere DOP IGP (12) che insistono nei comuni del territorio, ma soprattutto all’entità del valore economico ad esse collegato (basti pensare a prodotti come il Parmigiano Reggiano DOP e Prosciutto di Parma DOP). 

Per il comparto Wine la stessa operazione restituisce un’Italia con “gradazioni di impatto” diverse sui territori: la provincia con maggior ritorno economico è quella di Verona, in cui si contano 24 denominazioni DOP IGP, con la presenza di prodotti dal grande peso in valore (su tutte il Prosecco DOP e il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP).

Nel comparto Food nel 2014 è stata certificata una quantità pari a 1,47 milioni di tonnellate (+12,6% sul 2013), che ha permesso di raggiungere un valore alla produzione complessivo di 6,4 miliardi di euro per una crescita del +2,5% rispetto al 2013 (+4,2% l’incremento del valore al consumo). L’export, che copre una quota prossima al 40% della produzione, mostra risultati eccellenti nel 2014: con 2,8 miliardi di euro, le esportazioni crescono del +13% rispetto al 2013, con una dinamica quasi doppia rispetto al già rilevante risultato ell’agroalimentare totale (+7,7%).

La produzione di vini di qualità in Italia è strutturalmente in crescita. Nel 2014 hanno ottenuto la certificazione DOP 13,4 milioni di ettolitri (+7% su base annua). Una lieve battuta d’arresto si è avuta nel comparto delle IGP, attestate a 9,5 milioni di ettolitri di cui quasi 1 milione è stato esportato all’estero sfuso. La quantità certificata complessiva di quasi 23 milioni di ettolitri, vale 7 miliardi di euro alla produzione, per un +5% su base annua. Le esportazioni di vino DOP IGP hanno raggiunto un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro (+4%): negli ultimi cinque anni il valore all’export ha avuto incrementi complessivi di oltre il +30% sia nel segmento delle DOP che delle IGP.

Circa 30 milioni di euro investiti in comunicazione (secondo quanto dichiarato dai Consorzi di tutela rispondenti all’indagine), destinati soprattutto a pubblicità in televisione (52%), partecipazione a fiere (11%) e carta stampata (11%). I Consorzi dei Formaggi sono quelli che investono di più in comunicazione. Risorse a parte, l’attività di promozione più presidiata dai Consorzi è la partecipazione a fiere (70% a eventi nazionali, 30% a eventi internazionali). Circa 4 Consorzi su 10 utilizzano Social Network (38%), in oltre la metà dei casi ricorrendo a più di un canale (con Facebook che si conferma lo strumento nettamente più diffuso).

Oltre alle nuove IG registrate nel 2015, si contano nel corso dell’anno 12 richieste di registrazione da parte dell’Italia, 66 da parte degli altri Paesi membri UE, 4 da parte di Paesi Extra UE. Nel nostro Paese sono inoltre state effettuate 11 modifiche a disciplinari, avanzate 10 domande di modifica a disciplinari e applicate 2 protezioni transitorie. Il tutto in un contesto che vede riconosciuti dal Mipaaf: 124 Consorzi di tutela agroalimentari, 95 Consorzi di tutela vini e 212 agenti vigilatori.

WINE

I vini DOP e IGP contano 523 riconoscimenti, una superficie iscritta a pari a 464mila ettari e una produzione che, pur non esprimendo tutte le sue potenzialità, arriva intorno al 50% del totale in volume. La produzione di DOP e IGP nel 2014 è stata di quasi 23 milioni di ettolitri, di cui 21 milioni imbottigliati per un totale di 2,8 miliardi di bottiglie (+2% rispetto al 2013). Il valore alla produzione complessivo si attesta intorno ai 7 miliardi di euro, mentre l’export, che ha raggiunto un volume complessivo di 13,5 milioni di ettolitri (+3% rispetto al 2013), raggiunge i 4,3 miliardi di euro (+4%).

Le prime dieci DOP rappresentano oltre la metà della produzione totale sia a volume cha a valore: le prime quattro denominazioni (Prosecco DOP, Asti DOP, Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP e Chianti DOP) con oltre 620 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 22% del totale. Nelle IGP la concentrazione è ancora più forte: le prime 10 rappresentano oltre l’80% sia a volume cha a valore, mentre le prime quattro denominazioni (Delle Venezie IGP, Terre Siciliane IGP, Veneto IGP e Emilia IGP) con 407 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 59% del totale.

FORMAGGI

I Formaggi rappresentano la categoria principale delle DOP e IGP italiane, con un valore alla produzione di 3,7 miliardi di euro per un’incidenza di oltre il 57% sul totale del comparto Food. La categoria registra trend positivi rispetto al 2013 sia a livello di valore (+1,1%) sia come quantità prodotta (+4,2%). L’export, che copre una quota del 31,9% della produzione, mostra risultati eccellenti nel 2014: con 1,5 miliardi di euro, cresce del +11,4% rispetto al 2013 e rappresenta il 55% del totale delle esportazioni del comparto Food.

Le principali denominazioni – Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Gorgonzola DOP – rappresentano da sole oltre il 74% della produzione della categoria e fanno da traino con incrementi che superano il +6% in volume. In termini di valore le crescite relative più consistenti su base annua si registrano per Gorgonzola DOP (+15%), PecorinoRomano DOP (+7%) e Taleggio DOP (+7%). Le esportazioni hanno aumenti rilevanti per la maggior parte delle principali denominazioni, con incrementi percentuali quasi sempre in doppia cifra.

PRODOTTI A BASE DI CARNE

I Prodotti a base di carne rappresentano la seconda categoria delle DOP e IGP, con un valore alla produzione di 1,8 miliardi di euro per un’incidenza di oltre il 28% sul totale del comparto Food. La categoria registra trend positivi rispetto al 2013 a livello di valore (+2,2%) a fronte di una sostanziale stabilità come produzione certificata (-0,3%). L’export, che copre una quota del 17% della produzione, mostra ottimi risultati nel 2014: con 446 milioni di euro, le esportazioni crescono del +9,7% rispetto al 2013 e rappresentano il 16,3% del totale delle esportazioni del comparto Food.

Prosciutto di Parma DOP, Mortadella Bologna IGP e Prosciutto di San Daniele DOP rappresentano il 76% della categoria in volume e circa il 70% per valore alla produzione. Fra i prodotti con livelli di produzione più bassi, si registrano incrementi relativi su base annua soprattutto per Salame Felino IGP (+40% in volume) e Prosciutto Toscano DOP (+13,2% in volume e valore). Le esportazioni mostrano aumenti significativi per molte delle principali denominazioni, con incrementi particolarmente consistenti per Bresaola della Valtellina IGP (+85%) e Prosciutto Toscano DOP (+16,5%).

ORTOFRUTTICOLI

Gli Ortofrutticoli sono la categoria leader delle DOP IGP in termini di volume, ma la terza per valore alla produzione con 467 milioni di euro per un’incidenza di circa il 7% sul totale del comparto Food. Il 2014 è stato un anno molto positivo per la categoria che registra crescite consistenti sul 2013 a livello di valore (+12,2%) e soprattutto come quantità (+26,1%). Anche l’export, che copre una quota del 45,9% della produzione, mostra risultati notevoli: con 267 milioni di euro, leesportazioni crescono del +37,9% rispetto al 2013 e rappresentano il 9,7% dell’export complessivo del comparto Food.

I risultati della categoria dipendono soprattutto dai trend della Mela Alto Adige IGP (+54% volume, +28% valore) e della Mela Val di Non DOP (+6% volume, -5% valore) che rappresentano da sole l’87% della categoria in termini di volume e circa l’80% per valore alla produzione. Ciò vale anche per l’export, il cui valore è assorbito al 93% dai due prodotti, con Mela Alto Adige IGP che presenta un +49% del valore export rispetto al 2013 e la Mela Val di Non DOP un +11%. Si rilevano comunque – in termini relativi – crescite consistenti su base annua anche per altre denominazioni della categoria.

ACETI BALSAMICI

Gli Aceti balsamici presentano ormai una certa rilevanza nel mondo delle DOP e IGP italiane, con un valore alla produzionedi 294 milioni di euro per un’incidenza del 4,6% sul totale del comparto Food. La categoria registra trend positivi rispetto al 2013 a livello di valore (+12,2%) e in misura simile anche in termini di quantità prodotta. L’export assorbe la maggior parte della produzione della categoria (92%) e mostra risultati molto positivi nel 2014: con 496 milioni di euro, le esportazioni crescono del +12,3% rispetto al 2013 e rappresentano oltre il 18% del totale delle esportazioni del comparto Food.

Nella categoria è l’Aceto Balsamico di Modena IGP che caratterizza il comparto, assorbendo il 99% del volume certificato, del valore alla produzione e dell’export.

OLI DI OLIVA

Gli Oli di oliva DOP e IGP italiani mostrano nel 2014 un valore alla produzione di 56 milioni di euro per un’incidenza di appena lo 0,9% sul totale del comparto Food. Il 2014 è stato un anno difficile per il settore olivicolo oleario, in termini di quantità e qualità della produzione, e questo vale anche per i prodotti certificati: la categoria registra trend negativi a livello di valore (-9,3%) a fronte di un calo più consistente in volume (-14,1%). L’export, che copre più della metà della produzione certificata (55,3%), mostra un calo del -10% in valore. La disponibilità di prodotto ha quindi influenzato anche l’export.

La categoria risulta meno concentrata delle precedenti, anche se le principali denominazioni – Terra di Bari DOP, Toscano IGP e Val di Mazara DOP – rappresentano il 67% della categoria in volume e il 63% in valore. Il calo più significativo fra i prodotti principali è per Toscano IGP (-34% volume, -32% in valore alla produzione, -21% valore al consumo), mentre le altre denominazioni presentano trend molto diversi caso per caso. Per le esportazioni il calo del Toscano IGP (-25%), è compensato in parte dai buoni risultati, soprattutto, del Terra di Bari DOP (+18%) e del Val di Mazara DOP (+18%).

CARNI FRESCHE

Le Carni fresche sono una categoria formata da cinque denominazioni che raggiunge un valore alla produzione complessivodi 83 milioni di euro per un’incidenza dell’1,3% sul totale del comparto Food. La categoria registra un incremento del +4,7%, su base annua, delle quantità di prodotto certificato. I dati in valore, al contrario, indicano una leggera flessione della produzione rispetto al 2013 (-0,9%). Nella fase al consumo, contemporaneamente, si ravvisa invece un importante aumento del valore delle Carni fresche IG (+25,4%), trainato dai forti apprezzamenti registrati nel 2014. Le esportazioni assorbono una piccola fetta della produzione (4,6%), per un valore all’export di 4,7 milioni (+8,3%).

Il Vitellone Banco dell’Appennino Centrale IGP assorbe il 55% della quantità prodotta nella categoria, anche se mostra una flessione del -5% rispetto al 2013, compensato dagli incrementi registrati dall’Agnello del Centro Italia IGP (produzione quintuplicata rispetto al 2013) e dall’Agnello di Sardegna IGP (+8%). In valore, la consistente crescita al consumo è stata determinata principalmente dal Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP (+28%) e dall’Agnello di Sardegna IGP (+29%). Quest’ultimo è anche l’unico prodotto che viene venduto sui mercati esteri (657 tonnellate, per 4,7 milioni di euro).

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