La Norvegia sceglie il vino FIVI
L’appartenenza alla FIVI è una delle condizioni poste dal monopolio Norvegese per partecipare alla gara (tender) per la fornitura di Aglianico Campania IGT.
L’appartenenza alla FIVI è una delle condizioni poste dal monopolio Norvegese per partecipare alla gara (tender) per la fornitura di Aglianico Campania IGT.
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti piace al "Vinmonopolet", l’unico organismo autorizzato alle vendite al dettaglio del vino e di altre bevande alcoliche, la cui gradazione sia superiore al 4,7%.
La Norvegia vuole i vini dei vignaioli FIVI e lo mette nero su bianco in un bando di gara. Scorrendo l’ultimo tender indetto dal Monopolio di Stato della Norvegia si scopre infatti che l’appartenenza dell’azienda alla FIVI viene posta come condizione necessaria, in alternativa alla produzione biologica o alla conversione in atto.
La richiesta vale per l’Aglianico IGT Campania dell’annata 2015, per il quale il bando scandinavo prevede “che siano produttori biologici, in conversione oppure soci FIVI”. È la prima volta che una richiesta di questo tipo giunge dal monopolio nazionale di un paese.
Spiega Matilde Poggi, presidente della FIVI: “siamo stati anche noi sorpresi, il bando non segue ad una nostra istanza, ma rappresenta un’iniziativa autonoma del monopolio Norvegese. Siamo orgogliosi che sia stato riconosciuto il ruolo della nostra associazione come garante di una viticoltura di qualità”.
Non è solo la FIVI a vedere riconosciuto questo ruolo. Nello stesso bando si menziona la preferenza per i vini cileni prodotti dai vignaioli associati al MOVI (Movimiento de Viñateros Independientes), associazione di vignaioli omologa a quella italiana.
Volevo ricordare che per i produttori italiani la Norvegia ha un’importanza straordinaria, primo fra tutti perché è uno dei pochi mercati al mondo in cui l’Italia supera i cugini francesi: secondo i dati del 2013, infatti, il nostro paese occupa il primo posto per quanto riguarda il consumo di vino rosso, con 17,4 milioni di litri importati contro i 5,4 della Francia.
I vini italiani hanno goduto di una crescita straordinaria durante gli ultimi anni, ma c’è ancora del potenziale sia in termini di volumi, sia per quanto riguarda lo sviluppo a livello regionale e la varietà di prodotto. Poiché il marketing non è ammesso in Norvegia, è importante offrire qualità a prezzi competitivi, così come avere dei partner commerciali competenti.
Spiega Matilde Poggi, presidente della FIVI: “siamo stati anche noi sorpresi, il bando non segue ad una nostra istanza, ma rappresenta un’iniziativa autonoma del monopolio Norvegese. Siamo orgogliosi che sia stato riconosciuto il ruolo della nostra associazione come garante di una viticoltura di qualità”.
Non è solo la FIVI a vedere riconosciuto questo ruolo. Nello stesso bando si menziona la preferenza per i vini cileni prodotti dai vignaioli associati al MOVI (Movimiento de Viñateros Independientes), associazione di vignaioli omologa a quella italiana.
Volevo ricordare che per i produttori italiani la Norvegia ha un’importanza straordinaria, primo fra tutti perché è uno dei pochi mercati al mondo in cui l’Italia supera i cugini francesi: secondo i dati del 2013, infatti, il nostro paese occupa il primo posto per quanto riguarda il consumo di vino rosso, con 17,4 milioni di litri importati contro i 5,4 della Francia.
I vini italiani hanno goduto di una crescita straordinaria durante gli ultimi anni, ma c’è ancora del potenziale sia in termini di volumi, sia per quanto riguarda lo sviluppo a livello regionale e la varietà di prodotto. Poiché il marketing non è ammesso in Norvegia, è importante offrire qualità a prezzi competitivi, così come avere dei partner commerciali competenti.
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