A Roma e Milano "Il Lambrusco diventa Pop in abbinamento con una cucina Pop"
Il Lambrusco protagonista di due frizzanti appuntamenti dedicati agli appassionati del buon vino Gusto, ma anche musica e divertimento per rendere onore al Lambrusco, il vino emiliano per antonomasia. E’ ‘Lambrusco, un vino Pop in una serata Pop’, evento a firma di Gambero Rosso, per degustare le sue tante varietà di abbinamento a piatti e ricette “pop”. I vini sono stati selezionati dal Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi e dal Consorzio Vini Reggiani tra le migliori produzioni
Musica, cucina, ma soprattutto il Lambrusco nelle sue
migliori espressioni per due giornate all’insegna del gusto, della musica e del
divertimento per celebrare il successo degli ultimi anni del vino emiliano per
antonomasia. L’evento organizzato da Gambero Rosso è andato in scena al Teatro
della cucina della Città del Gusto di Roma con una selezione delle migliori
etichette di Lambrusco selezionato dal Consorzio Marchio Storico Lambruschi
Modenesi e dal Consorzio Vini Reggiani e replicato a Milano presso l’Osteria
del Treno, locale storico del capoluogo lombardo.
La seconda e ultima tappa del mini tour di degustazione del
Lambrusco si è tenuta all’Osteria del Treno di Milano, per scoprire il vasto
mondo di questo vino: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce,
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Modena, Reggiano lambrusco,
sono alcune delle molte anime del Lambrusco, vino pop che racconta dei molti
paesaggi che si incontrano percorrendo l’Emilia.…ma anche il Pignoletto, nella
versione frizzante, che arriva dai Colli Bolognesi.
Tanti prodotti e produttori e tante espressioni diverse di
un vino che mantiene una profonda identità contadina pur assistendo, negli
ultimi anni, a una maggiore fortuna tra appassionati e addetti ai lavori. Forse
grazie alle molte interpretazioni che il territorio ci regala. Una ricchezza
che non è un conflitto ma, al contrario, ne suggella l’identità profondamente e
orgogliosamente contadina.
Grasparossa di Castelvetro, di Sorbara, Reggiano, Salamino
di Santa Croce e tante altre “facce” del vino simbolo dell’Emilia, tutte in
scena durante le giornate di degustazione.
Il Lambrusco da 2000 anni fa parte del paesaggio dei
comparti territoriali di Modena e Reggio Emilia. Questo antico vitigno, forte e
generoso insieme, ha conservato il vigore e la purezza del vitigno selvatico e
ha potuto adattarsi al clima freddo e umido della bassa pianura e a quello più
mite della collina: il risultato è un vino dalle caratteristiche particolari,
inimitabile, del tutto originale, fresco, frizzante, con un colore che può
variare dal rubino chiaro e al rosso intenso.
L’evento “Lambrusco Pop”, dedicato non solo agli addetti ai
lavori ma anche e soprattutto agli appassionati del buon vino e della buona
cucina, che hanno avuto la possibilità di degustare i migliori Lambruschi
selezionati dal Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi e dal Consorzio
Vini Reggiani in abbinamento ad un menu pop firmato da Gambero Rosso e studiato
ad hoc per l’Osteria del Treno di Milano.
Special guest delle due gustose serate il Pignoletto, nella
versione piacevolmente frizzante, vino cristallino, dai profumi fruttati e
delicati che ben rappresenta il territorio dei Colli Bolognesi.
Sono intervenuti alla presentazione dell’evento Francesco
Dammicco, direttore commerciale di Gambero Rosso Holding; Giorgio Melandri,
giornalista e degustatore; Davide Frascari, presidente del Consorzio Vini
Reggiani; Ermi Bagni, direttore del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena
e Giacomo Savorini, direttore del Consorzio dei Colli Bolognesi.
Frizzante, allegro, rossissimo: il lambrusco è il vino
emiliano per definizione, simbolo della convivialità
Lambrusco di Sorbara
Pochi tannini, grande acidità. Il Lambrusco nervoso ed esile
che può trascinare la bocca per chilometri con la forza di una tensione e di un
ritmo strepitoso. Il territorio di questo vino è nella pianura modenese a valle
della via Emilia, nei terreni sciolti che stanno attorno ai fiumi Seccia e
Panaro. Chiamato Sorbarese fino agli anni ’50 è uno dei vini italiani esportati
nella prima metà del novecento in giro per il mondo. Dalle uve omonime,
considerate difficili dai viticoltori, straordinarie in cantina.
Abbinamento: Tortellini in brodo.
Lambrusco Salamino di Santa Croce
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce deve il suo nome
all’omonima frazione del Comune di Carpi che sembra sia stata il centro di
diffusione di questo vitigno in tutto il territorio della provincia di Modena e
in quelle confinanti. I terreni di questo territorio pianeggiante sono dotati
di buona fertilità, sono di antica origine e sono caratterizzati
dall’accumularsi, nel corso del tempo, dei sedimenti lasciati dalle alluvioni
dei vari corsi d’acqua, fiumi e torrenti che attraversano da sud verso nord la
pianura modenese: sabbie, limi e argille sono presenti in tutto questo
territorio in percentuali all’incirca uguali tra loro. Qui il salamino trova
eleganza, freschezza e un fruttato austero e profondo.
Abbinamento: Cotechino di Modena.
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Si coltiva nei terreni asciutti dell’alta pianura e delle
colline modenesi dove lo sfondo degli Appennini, su cui si staglia il Monte
Cimone, fa da cornice ad un dolce paesaggio di rara bellezza. Questo vitigno
trova carattere man mano che si viaggia verso i terreni magri dell’alta collina
(argille sabbiose o marnose e argille scagliose inglobanti blocchi calcarei di
ogni dimensione) ed è in generale il più rustico dei lambruschi, la sua anima
contadina. Tannini graffianti, bocca cremosa, colore scuro e un buon fruttato
che trova spesso colpi minerali.
Abbinamento: Tigelle e gnocco fritto.
Lambrusco di Modena
L’origine storica della menzione “Modena” o “di Modena” è
sicuramente nota nella metà del 1800 grazie alla metodologia produttiva che
consisteva in un uvaggio dei vari lambruschi tradizionalmente coltivati in
provincia di Modena. Il vino ottenuto veniva denominato “Lambrusco di Modena”
in quanto nome della città capoluogo di provincia. Il carattere distintivo di
questo territorio ha portato alla creazione di una apposita Dop. Un lambrusco
equilibrato, fitto e serrato, con un naso che richiama frutti rossi, viole e
petunie.
Abbinamento: Tagliatelle al ragù, parmigiano reggiano.
Reggiano Lambrusco
Il vino “Reggiano” Lambrusco nasce nell’antichità da viti
selvatiche di cui narra, nel II secolo a.C., Catone nel suo “De agri cultura”.
Si parla di “vitis labrusca” che nasce e cresce spontanea da semi ed i cui
lunghi tralci s’intrecciano con le chiome degli olmi, degli aceri e dei pioppi.
È al termine del XVI secolo che il nome “Lambrusca” non identifica più la vite
selvatica, ma un particolare gruppo di vitigni dalla medesima origine e
caratteristiche analoghe, il cui tradizionale taglio dà vita a tale prodotto,
dallo spirito tipicamente frizzante. Il Reggiano è un vino ruvido e fruttato,
pieno di forza e carattere, pastoso e fitto in bocca.
Abbinamento: Erbazzone, bolliti.
Colli di Scandiano e di Canossa Lambrusco
Sono diversi i tipi di Lambrusco che possono uscire con
questa denominazione (in particolare da uve Montericco e Grasparossa che hanno
una denominazione dedicata e poi da uve Maestri, Marani, Salamino, Barghi). La
denominazione fa riferimento al territorio di origine che produce vini da
sempre eleganti e freschi, compagni ideali della cucina di territorio. Sono
spesso ottenuti da uve diverse, come nella tradizione più classica.
Abbinamenti: Ravioli di zucca, Zuppa inglese per la versione
amabile.
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