Enotica 2013: Boom di presenze alla grande manifestazione capitolina del vino naturale. |
Si potrebbe definire un vero e proprio assalto al Forte
Prenestino, quello che si è visto ad Enotica 2013, una pacifica invasione di
#winelovers ha animato la kermesse romana dove eros e bacco si sono incontrati in
un novello baccanale, una tre giorni che ha visto protagonisti i tanti
produttori di vino naturale, i vignaioli chimica free, che ci hanno offerto i loro piccoli
tesori tutti da scoprire.
Molte le iniziative che si sono affiancate ed hanno ruotato
intorno all’evento, da segnalare gli stand gastronomici con prodotti di alta
qualità che hanno fatto da abbinamento ideale alle tante etichette presenti, il
tutto accompagnato da buona musica dal vivo.
Ma torniamo alle degustazioni, premetto che i vini
assaggiati sono risultati tutti di ottimo livello sia sotto il profilo
organolettico che di aderenza al territorio, molte le conferme ma altrettante
sono state le sorprese.
Purtroppo la temperatura dei locali ha penalizzato i vini
rossi ed in molti abbiamo fatto un po di fatica ad apprezzarne le caratteristiche ma che
comunque non è andata ad inficiare il giudizio finale.
Come dicevo molte le sorprese a cominciare dal sud, questo
sud sempre più in rimonta, con un potenziale enorme, vitigni autoctoni dalle
mille espressioni, qualità, tanta qualità, ed il sud cresce con una new entry
tutta calabrese.
Mister Gaglioppo, padre del Cirò è stato qui presentato da un azienda emergente che merita di essere segnalata e che farà molto parlare di se nei prossimi anni a venire.
L'attuale Cirò, oggi prodotto nelle tipologie Rosso, Rosato
e Bianco, deriva da un vino che anticamente era chiamato "Krimisa".
Il nome
probabilmente deriva da quello di una colonia greca, Cremissa appunto, situata
dove ora sorge Cirò Marina.
A Cremissa sorgeva peraltro un importante tempio
dedicato al dio del vino, Bacco, e Krimisa era il vino offerto in dono agli
atleti vincitori delle Olimpiadi.
Milone di Crotone, vincitore di ben sei
edizioni dei giochi di Atene, era un grande estimatore di questo vino.
Per
rinnovare l'antica tradizione, il Cirò è stato servito come vino ufficiale alle
Olimpiadi svoltesi a Città del Messico nel 1968.
L'azienda in questione è la Cote de Franze, nulla di
francese in questo nome dove “Cote” in dialetto cirotano sta per Quote, il
termine Quota nello specifico nasce con la riforma agraria e sta ad indicare un
appezzamento pari ad un ettaro a vigneto.
Un’azienda questa che nasce dalla passione vitivinicola di
due giovani vignaioli calabresi, la cantina sorge a 100 metri sul livello del
mare su un altopiano denominato “Piana di Franze” , un territorio suggestivo
caratterizzato da un terreno particolare, costituito prevalentemente da argilla
che regala al vino una struttura e un’aromaticità unica.
Chi conosce queste zone sa di cosa parlo, un paesaggio incantevole ed incontaminato dove lo sguardo si perde lungo le distese di vigneti sino a incontrare le splendide acque del mar Ionio.
I 9 ettari di vigneti sono distinti in diversi appezzamenti
vitati ad altitudini diverse coltivati secondo i metodi di agricoltura
biologica; le varietà sono autoctone, e sono due, il Gaglioppo e il Greco
Bianco, di cui 2 ettari ad alberello basso a 9000 piante per ettaro.
Francesco Scilanga sorride, lo sguardo ammiccante nel suo viso incorniciato dai folti capelli neri è un invito a mettere alla prova i suoi frutti preziosi.
Il Cirò Bianco 2011 apre le danze, il calice INAO, nella luce soffusa delle “celle sotterranee” del Forte, si illumina di un colore dorato, il profumo è intenso di agrumi e sentori salmastri, pesca bianca e frutta esotica.
All'assaggio presenta una carica espressiva quasi sorprendente,
di grandissima freschezza al palato, molto equilibrato ma anche ricco di
energia.
Con spaghetti alici e pandolce, un primo piatto calabrese al profumo
di mare e con vista sulla storia.
Uve Greco bianco 100%, fermentazione in acciaio, sui 10€ in
enoteca.
Il Cirò Rosato 2012 è ancora troppo giovane per esprimere le sue potenzialità, non si incontrano tutti i giorni rosati di questo spessore, basta chiudere gli occhi all’assaggio e forse pensi che rosato non è, un vino unico, non si beve, si mastica.
Tutto quello che avevi perso in un rosé lo
ritrovi qui in questo bicchiere di un colore rosa buccia di cipolla, di Tropea
aggiungo, siamo in Calabria.
Al naso è pulito, gradevole con intensi profumi
di amarena, ciliegia, fragola e rosa, al palato è equilibrato e di giusta
freschezza con un finale persistente i ricordi di ciliegia e fragola si fondono in
una suggestione di aromi mediterranei.
Su tutte le preparazioni di pesce spada alla calabrese.
Su tutte le preparazioni di pesce spada alla calabrese.
Uve Gaglioppo 100%, fermentazione in acciaio, sui 10 € in
enoteca.
Infine il Cirò Rosso 2010 si presenta subito con un colore rosso rubino brillante e sfumature rosso granato, abbastanza trasparente.
Al
naso esprime aromi intensi, puliti e gradevoli che si aprono con note di
prugna, amarena e viola appassita seguite da aromi di mirtillo, mora, grafite e
pepe nero.
In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco giustamente
tannico e comunque equilibrato dall'alcol, buon corpo, sapori intensi.
Il
finale è persistente con ricordi di prugna, amarena e mora.
Su capretto allo
spiedo e uccelletti al ginepro.
Uve 100% Gaglioppo, fermentazione in acciaio, matura per 12
mesi in vasche d'acciaio, sui 10 € in enoteca.
Info: cote di franze
Info: cote di franze
Ringrazio Francesco che presto andrò a trovare in azienda, ma ringrazio anche tutti gli altri produttori che prossimamente avrò il piacere di incontrare su questo blog.
Un saluto speciale ad un assente speciale il Sig.
Francesco di A’Vita con il suo Cirò che
spero avrò l’onore di assaggiare "prima che la notte scompaia".
Corre veloce il carro della vita!
Alzati, approfittiamo d’un attimo di ebbrezza
Lascia le cure del domani a chi naviga nei sogni
O coppiere, servi del vino prima che la notte scompaia.
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