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Collisioni the wind 2012!


"C’è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c’è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch’io possa dire. Ecco cos’ero prima di nascere. Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere donne da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione."

Rileggendo una pagina de La Luna e i falò di Cesare Pavese, non so perché, ma mi è venuta in mente una canzone di Bob Dylan, a volte sono imprevedibili i collegamenti che la nostra mente elabora, magari leggendo un verso o ascoltando un brano musicale.

Così, neanche a farlo apposta, ho scoperto che Bob Dylan ha tenuto un concerto in quel di Barolo, nell’ambito di “Collisioni the wind 2012!”, dove è stato anche omaggiato di una bottiglia di vino a lui dedicata.

La bottiglia è un Barolo della storica Cantina Oddero e nell’etichetta è raffigurata, guarda un po', una nota musicale, opera dell’artista Vincenzo Reda.

Cesare Pavese, da quel che ci ha riferito, era un amante della Barbera, vitigno dalle profonde radici contadine che si è andato via via esprimendo nel tempo regalandoci vini di grande spessore.

La Barbera: femminile, tanto l'uva, quanto il vino (ed è l'unico vino a potersi fregiare del genere femminile), altrove, si diversifica: uva al femminile e vino al maschile. Comunque con entrambi i generi compare presso alcuni autori piemontesi e no.

Il Toscano Carducci, dopo frequentazioni in Piemonte, iniziò ad apprezzarla, vagheggiandola come "Generosa Barbera. Bevendola ci pare - d'essere soli in mare – sfidanti una bufera".

Con Paolo Monelli, alpino e scrittore, autore de "Le scarpe al sole, cronaca di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino", il Barbera è "fante dei vini piemontesi, pista pauta e scaccianebbie", dal sapore asciutto ed onesto, vino della storia civile del 900 in Piemonte.

La citazione letteraria più intensa della Barbera spetta a Cesare Pavese, in una lettera ad un amico: "Abbiamo mangiato così bene da non poterlo raccontare agli amici torinesi, l'insalata di funghi come solo si mangia da noi ed un barbera leggendario sono stati un piacere senza nome".

Vi propongo in questa occasione, allora, la Barbera D’Alba di Oddero.

Affinata in botti di rovere francese da 50 Hl per un 40% e per un 60% in piccoli fusti da 225 l.

Ha un bel colore rosso rubino intenso con riflessi purpurei, al naso presenta un frutto in una piena maturità, con ottimi risvolti freschi. In bocca il tannino è importante, mantenendo il nerbo classico della Barbera, dovuto anche alla sua piacevole acidità.

Auguro a tutti voi una buona attività sensoriale!





                               
                                                        

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